Pescara – Non possiamo che esprimere dubbi e critiche sui recenti interventi di pseudo gestione naturalistica della Riserva naturale regionale della Pineta Dannunziana, e non possiamo che sollecitare Comune e Regione a chiarire le modalità con cui questi vengono effettuati.
Il progetto di riqualificazione della zona sud di Pescara è adesso in qualche modo legato al prossimo abbattimento dello svincolo a trombetta con la conseguente eliminazione di un tratto di via della Bonifica, sostituito dal nuovo asse viario “Pendolo”, adiacente e in parte coincidente con Via Pantini. Questo intervento viene presentato dal Sindaco come una occasione per accorpare i comparti 4 e 5 della Riserva, recuperando 22.000 m² di area verde.
Secondo i nostri calcoli (cfr: Accorpamento comparti Riserva: i conti non tornano!) i numeri diffusi risultano incoerenti. L’area effettivamente recuperata si attesterebbe intorno a 10.000 m² e, considerando i 6.000 m² sottratti per realizzare il Pendolo, il bilancio netto scenderebbe a soli 4.000 m², ben lontano dai 22.000 dichiarati. Inoltre, la perdita di alberi e l’impermeabilizzazione del suolo conseguenti alla realizzazione del Pendolo rappresentano un ulteriore danno ambientale significativo.
Infatti, il Pendolo è stato costruito all’interno del perimetro della Riserva, come evidenziato dai recinti e dai cartelli ancora presenti, e la recinzione in via di rifacimento sembra ora escludere aree precedentemente incluse nella Riserva, che ospitano circa 50 alberi, soprattutto pini (cfr: Riserva Pineta Dannunziana a rischio di taglio!), che residuano dall’abbattimento di oltre 60 alberi maturi, tra querce e pini, e la sostituzione di terreno fertile con asfalto, alterando significativamente il microclima e il ciclo idrico locale.
Probabilmente per arrivare ai 22.000 mq dichiarati si contano anche i terreni che verranno liberati dallo svincolo a trombetta, eppure non capiamo come questi possano essere conteggiati in quanto pare che la destinazione non sia per una estensione dell’area della Riserva ma per un utilizzo come parcheggi della zona Sud.
Nel frattempo il comparto 5, il più prezioso, è in stato di abbandono, dopo una gestione frammentata e disorientata che ha prodotto il dannoso esbosco, la mancata cura per il novellame di pini e la conseguente perdita della rinnovazione.
Si è capaci però di costruire: in poco tempo è nata una nuova costruzione nel comparto 4, una struttura aggiuntiva, in area naturale della Riserva, che servirà come centro di educazione ambientale: un nuovo edificio che si andrà ad aggiungere agli altri edifici bruciati che saranno comunque ricostruiti.
Chiediamo al Comune e alla Regione Abruzzo di fare chiarezza sulla perimetrazione della Riserva e sul suo Organo di Gestione, tutt’ora mancante, adottando un approccio più trasparente e rigoroso, soprattutto scientifico e non solo funzionale ad un asse viario di grande scorrimento palesemente realizzato al suo interno.