Il DUP, la maggioranza e la rana bollita

Il DUP, la maggioranza e la rana bollita

PESCARA – Il DUP approvato senza confronto, una maggioranza chiusa nella sua “zona di comfort” – Il Consiglio comunale di Pescara ha approvato il Documento Unico di Programmazione (DUP) con i voti della maggioranza, lasciando dietro di sé una scia di polemiche e amarezza tra le forze di opposizione. L’intervento conclusivo della consigliera comunale Simona Barba (AVS – Radici in Comune) ha sintetizzato il disappunto per un processo che, ancora una volta, ha svilito il dibattito e la partecipazione.

Un processo decisionale già scritto – Due settimane di discussioni che, a conti fatti, sembrano essere servite a poco. La maggioranza, blindata nelle proprie convinzioni, ha dimostrato una chiusura totale verso le proposte alternative, ignorando perfino emendamenti in linea con le premesse dello stesso DUP. L’impressione è quella di una liturgia politica già scritta, dove ogni voce fuori dal coro è destinata a restare inascoltata. I cittadini ci stanno a guardare e hanno capito il grande lavoro che abbiamo cercato di fare in questi giorni” ha dichiarato Barba, denunciando l’assenza di un vero confronto sul documento che dovrebbe tracciare il futuro della città. “Non possiamo pensare che una maggioranza non riesca a ragionare sulla responsabilità di un documento così importante.”

La metafora della rana bollita – Nel suo intervento, la consigliera ha usato la metafora della “rana bollita“, spesso citata in ambito ambientale, per descrivere l’atteggiamento della maggioranza: una progressiva assuefazione all’inerzia e all’assenza di confronto, fino a ritrovarsi incapace di reagire. Una condizione che si riflette in un consiglio comunale ormai svuotato della sua funzione di luogo di dibattito e di costruzione di strategie per la città.

Le contraddizioni della programmazione – Uno degli esempi più lampanti di questa chiusura è il caso di Fosso Grande, su cui si annunciano milioni di investimenti senza una visione integrata. La consigliera ha denunciato l’assurdità di un intervento che ricade interamente nel settore lavori pubblici, senza il coinvolgimento dell’ufficio ambiente e territorio. Un paradosso che evidenzia le “camere stagne” in cui operano gli uffici comunali e che smentisce nei fatti i principi del Green Deal tanto sbandierati.

Scriviamo Green Deal ma poi non riusciamo neanche a far dialogare i due reparti fondamentali per la sua attuazione” ha sottolineato Barba, evidenziando come l’estrema semplificazione adottata nella programmazione rischi di trasformarsi in miopia amministrativa.

Un’opportunità sprecata – Il DUP approvato rappresenta l’ennesima occasione mancata per una programmazione realmente partecipata e lungimirante. La maggioranza ha scelto la strada più facile, quella della ratifica acritica, lasciando inascoltate le proposte che avrebbero potuto rendere il documento più inclusivo e rispondente alle reali esigenze della città.

Resta dunque il dubbio: si è trattato di un atto di volontà o della conferma di una maggioranza che, proprio come la rana bollita, non riesce più a percepire il rischio del proprio immobilismo?