PESCARA – Una intensa pioggia e Pescara si riscopre più fragile che mai. Ormai sappiamo che l’eccezionalità sarà la nuova normalità, e le parole che prima per noi non significavano molto, cominciano a riempirsi dell’effettivo contenuto: oggi vediamo il risultato di tanta cementificazione e di nessuna gestione territoriale, e la resilienza assume significato di riuscire soprattutto a modificare i vecchi approcci e la vecchia mentalità. Eppure ancora non avviene nessun cambiamento.
Pescara Porta Nuova, dopo tanti interventi, è inesorabilmente sott’acqua, perché sono intervenuti semplicemente sempre nel posto sbagliato. Se si vogliono curare gli allagamenti bisogna intervenire nei Colli.
La nostra città cementificata è diventata uno scivolo per l’acqua, che dai colli e dalle colline corre fino a valle, senza possibilità di infiltrarsi nel terreno, arrivando a valle e colmando una rete di convogliamento acque progettata in una altra era.
Abbiamo creato noi questo scivolo con il consumo del suolo, e continuiamo a farlo incuranti, facendo finta di niente, senza neanche avere le dovute attenzioni per non peggiorare la situazione, dimenticando di portare avanti il modello della Città Spugna, che si poggia su due pilastri come l’invarianza idraulica e l’infiltrazione delle acque nei terreni, utilizzando anche le alberature come veri e propri baluardi ingegneristici.
Un esempio tra i tanti può essere il caso dell’asilo di via Santina Campana: nuovissimo e efficientissimo in termini energetici, finanziato con fondi PNRR, ma dannosissimo per il territorio. Progettato sui Colli a un dislivello di circa 50 m sull’altezza del mare, l’intervento non ha alcuna attenzione al territorio e ai problemi idraulici dovuto al suo impatto. Il nuovo asilo occupa circa 1.000 mq che prima erano a verde. Un chiaro consumo di suolo.
La pioggia del 15 febbraio prima sarebbe stata assorbita dal terreno. Oggi invece quei 100.000 litri di pioggia, caduti sull’area, si sono infilati nel sistema fognario, causando anche pressioni finali in rete di 5 atmosfere (quelle che fanno saltare i tombini) dovute all’altimetria della collocazione dell’asilo.
Si poteva intervenire mantenendo almeno l’invarianza idraulica del sito. Invece possiamo dire al contrario che almeno due negozi in viale Marconi sono stati verosimilmente allagati dall’intervento dell’asilo di via Santina Campana.
Questo è solo un piccolissimo esempio del risultato del mancato approfondimento dell’impatto dei progetti sul territorio. Pensiamo ora a tutti gli altri interventi, al futuro Palazzetto in via Di Girolamo, alle prossime cementificazioni di aree vaste, come la ex Fonderia Camplone e altre.
La cementificazione continua inarrestabile a Pescara, ogni giorno, senza nemmeno prevedere gli interventi essenziali per non peggiorare la nostra situazione già pessima. Il risultato? Alle prossime piogge ci allagheremo sempre un po’ di più, sempre un po’ di più… Sempre.
Simona Barba – Consigliera comunale AVS – Radici in comune