Fosso Grande: quando il cemento uccide l’equilibrio naturale

Fosso Grande: quando il cemento uccide l’equilibrio naturale

PESCARA – SPOLTORE – Assistiamo sconcertati all’ennesimo intervento che, sotto il nome di “messa in sicurezza idraulica“, rischia di trasformare il Fosso Grande in un canale di scolo cementificato, aumentando – anziché riducendo – il rischio idrogeologico per i nostri territori. Quanto sta accadendo rappresenta un preoccupante esempio di come politiche miopi continuino a ignorare le più elementari leggi dell’ecologia e dell’idraulica fluviale.

La recente dichiarazione del sindaco di Spoltore, che ha sottolineato l’importanza della manutenzione ordinaria e della collaborazione tra enti, sembra ignorare completamente la sostanza del problema. Non si tratta solo di “manutenzione”, ma di quale tipo di manutenzione. E qui sta il nodo: gli interventi di “pulizia” che vengono realizzati, con l’eliminazione della vegetazione ripariale e l’installazione di gabbioni metallici, non rappresentano una soluzione, ma parte del problema.

Ciò di cui il Fosso Grande necessita è una vera riqualificazione naturalistica che ne valorizzi le funzioni ecologiche, sociali e culturali. I corsi d’acqua non sono semplici canali di scolo, ma ecosistemi complessi che richiedono rispetto e comprensione.

Invece, cosa vediamo? Progetti privi di anima e di attenzione all’ecologia finanziati con fondi pubblici che privilegiano l’accelerazione del deflusso idrico attraverso lastricature e gabbionate, eliminando quella vegetazione ripariale che rappresenta non un ostacolo, ma un prezioso alleato nella regolazione delle piene.

Non abbiamo imparato nulla dalle tragiche inondazioni in Emilia-Romagna? Qualsiasi esperto in dinamiche fluviali confermerà che accelerare il deflusso nei tratti a monte significa solo spostare il problema più a valle, creando onde di piena più violente e distruttive. La natura ha i suoi tempi e i suoi spazi, e ignorarli significa prepararsi a pagare un prezzo altissimo.

È inaccettabile che in un’epoca di crescente consapevolezza ambientale e di fronte all’evidenza dei cambiamenti climatici, si continuino ad adottare soluzioni anacronistiche che trasformano i nostri corsi d’acqua in canali artificiali. Questi interventi non solo distruggono habitat preziosi per la biodiversità, ma creano l’illusione di sicurezza in cittadini che potrebbero trovarsi, alla prima piena significativa, a fare i conti con un disastro annunciato.

Come consigliera comunale e cittadina preoccupata, chiedo con forza una moratoria immediata su questi interventi distruttivi e l’avvio di un tavolo tecnico che coinvolga esperti di ecologia fluviale, per ripensare completamente l’approccio alla gestione del Fosso Grande.

Non dimentichiamo che la vera sicurezza idraulica passa attraverso il rispetto e la valorizzazione dei processi naturali, non attraverso il cemento e il ferro. È tempo di scegliere da che parte stare: dalla parte della natura e della vera sicurezza, o dalla parte di un approccio obsoleto che sta mostrando ovunque i suoi limiti catastrofici.

Simona Barba – Consigliera comunale AVS – Radici in comune