ll senso dell’amministrazione di Pescara per il verde urbano

ll senso dell’amministrazione di Pescara per il verde urbano

PESCARA – Quanto è accaduto sulla Strada Parco è emblematico perché apre una discussione su quale sia il senso del verde urbano per questa città.

Il PNRR, il Green Deal, le varie linee guida del verde urbanodell’ISPRA, individuano l’albero come strumento di efficientamento energetico per la città e la scelta delle varie essenze e delle varie tipologie viene dettata maggiormente per il raggiungimento dell’obiettivo di mitigazione dell’isola di calore:gli alberi vengono così scelti per avere la massima copertura arborea possibile, o meglio la massima percentuale di ombreggiamento.

 Qual è invece il senso dei nostri interventi? La risposta è evidente anche ricordando qualche fatto precedente.

 Per esempio in passato Corso Vittorio Emanuele ha visto una piantagione di alberi scelti semplicemente da un punto di vista estetico, così come in via Chieti e tante altre vie, dove le scelte sono ricadute soprattutto su piccoli alberi e agrifogli.

Oggi la ricerca del soddisfacimento puramente estetico è di nuovo confermata nella cosiddetta piazza del Waterfront e nelle prossime 42 alberature per il lungomare Colombo: sono state scelte palme, le quali non offrono nessun servizio ecosistemico né ombra. Sono state scelte nuovamente solo per soddisfare un punto di vista estetico, tra l’altro spendendo molto di più perché le palme di tale grandezza sono molto onerose e mediamente con il prezzo di una palma si possono acquistare quasi 10 alberi di tipo forestale.

Quindi quello che è avvenuto su Strada Parco, e cioè la mancata attenzione sul bene arboreo, sui servizi ecosistemici erogati, sulla salute in genere dell’albero, è avvenuto appunto perché non ci si è posti il problema di un danneggiamento di un bene che eroga servizi perché probabilmente degli obiettivi sopra descritti non c’è traccia nei ragionamenti.

Gli alberi interferivano con la filovia e si è intervenuti in modo radicale, nell’antico approccio “più la taglio ora, più tempo ci metterà a ricrescere la pianta”. Semplicemente, senza alcuna valutazione su quanto tempo reimpiegheremo ad avere quei servizi ecosistemici che erogavano gli alberi, tanto faticosamente raggiunti nel corso degli anni.

Eppure abbiamo in elaborazione un Piano del Verde. Eppure ci sono professionisti che stanno relazionando e studiando per la città di Pescara per cercare di invertire le consuetudini dell’amministrazione, per dare gli strumenti adeguati percomprendere cosa bisognerebbe fare, ma il vecchio modo di amministrare a quanto pare è molto più forte e radicato di queste nuove idee oggettivamente e scientificamente comprovate.

Quanto tempo ci vorrà perché questa vecchia politica venga abbandonata? Quanto ci vorrà per applicare quello che è stato scritto nelle relazioni, quello che è stato scritto nei documenti e che giace nei cassetti di questa città?

Il fattore tempo nella mitigazione è essenziale, siamo infatti in una forbice: da un lato abbiamo una accelerazione degli eventi estremi, come le ondate di calore, dall’altra la lentezza temporale di crescita di un albero, la difficoltà per il suo attecchimento e sviluppo in una città sempre più ostile per la condizione urbana.
Quanto valutiamo economicamente questo tempo? Se facessimo i calcoli correttamente, ci renderemmo subito conto che non possiamo più permetterci quanto stiamo facendo al nostro patrimonio arboreo.