PESCARA – A quasi 4 anni (era il 1° agosto 2021) dal devastante incendio che ha ferito profondamente la Riserva Dannunziana, simbolo naturalistico e identitario della nostra città, ma anche dalla realizzazione del Pendolo all’interno dei suoi confini, la situazione è ancora inaccettabilmente ferma. È quanto emerso con chiarezza durante l’ultima seduta della Commissione Controllo e Vigilanza, in cui si è discusso lo stato del progetto di riqualificazione e, più in generale, della gestione dell’area protetta.
Nonostante le reiterate promesse e le rassicurazioni mediatiche da parte dell’amministrazione, è emerso che siamo ancora in una fase preliminare, con un semplice documento di indirizzo alla progettazione prodotto dal RUP, Dott. Di Paolo, che attende ancora l’approvazione della Giunta. Questo documento non contiene alcun progetto esecutivo, né linee operative concrete, e non è chiaro se siano state recepite le indicazioni provenienti dai tre tecnici chiamati dal Sindaco a suo tempo: Dario Febbo, Gianfranco Pirone e Nevio Savini.
Ma il nodo più grave e inaccettabile riguarda l’assenza totale di una governance strutturata: il Comitato di Gestione della Riserva, la cui costituzione è stata oggetto di una mozione approvata, non è mai stato formalizzato. Né si conoscono i nomi dei membri, né tantomeno è stato designato un presidente. La conseguenza è una gestione frammentaria, fatta di azioni scoordinate, decisioni opache e incarichi affidati in modo diretto e non trasparente.
La mancanza di un organismo gestionale condiviso e operativo mina alle basi qualsiasi ipotesi di riqualificazione seria. È paradossale e grave che si pensi di avviare interventi progettuali senza un comitato che ne garantisca la coerenza con il Piano di Assetto Naturalistico, senza un soggetto che coordini gli attori coinvolti, e senza un confronto aperto con il territorio.
Anche l’aspetto partecipativo è stato ignorato: né l’Università dell’Aquila, che in passato aveva realizzato un importante studio sulla Riserva, né altri enti qualificati sono stati coinvolti nella fase attuale. E per quanto riguarda Alberitalia, già retribuita con 40.000 euro per un intervento (l’esbosco) considerato da più voci come un disastro, ci si chiede con quale criterio venga richiamata in causa.
A rendere ancora più preoccupante il quadro è l’assenza di gran parte dei consiglieri comunali di maggioranza, che hanno disertato l’incontro in commissione. Un comportamento che mostra disinteresse se non addirittura indifferenza per il ruolo di controllo e indirizzo che il Consiglio dovrebbe esercitare, specie su un tema così delicato.
Ci troviamo di fronte a una combinazione pericolosa: inerzia politica, opacità amministrativa e disattenzione istituzionale. Una miscela che rischia di compromettere in maniera irreversibile non solo la riqualificazione ambientale della Riserva, ma anche la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.
Non possiamo più permettere che la Riserva Dannunziana venga trattata come un problema da accantonare o come un’occasione da sfruttare all’occorrenza. Serve subito un cambio di passo, a partire dalla costituzione degli organismi di gestione e dalla piena trasparenza su atti, risorse e tempi. Questo patrimonio merita rispetto. E la città anche.