Invarianza idraulica: il Consiglio Comunale “affoga” nell’immobilismo

Invarianza idraulica: il Consiglio Comunale “affoga” nell’immobilismo

Di Simona Barba, Consigliera comunale AVS Radici in Comune

Ancora una volta, il Consiglio Comunale di Pescara ha offerto uno spettacolo che denuncia un grande vuoto politico che non amministra la Città. Cittadini giunti per esporre problemi concreti, come per via Tronto o il piano acustico del centro storico, hanno ricevuto risposte frammentate, andando avanti caso per caso invece di affrontare le questioni con una visione strutturale. Il Piano acustico, dopo la puntuale descrizione delle problematiche da parte degli esercenti, è stato ritirato in corner, cercando un confronto all’ultimo secondo.

Questo approccio raffazzonato trova la sua conferma più lampante nel trattamento riservato alla mozione da me presentata sull’invarianza idraulica. Si tratta di un principio fondamentale e scientificamente riconosciuto per la gestione delle acque meteoriche, essenziale per rendere la città resiliente agli impatti del cambiamento climatico. In parole semplici, si tratta di far sì che l’acqua piovana si infiltri nel terreno anziché sovraccaricare un sistema fognario ormai al collasso, causando allagamenti e ritorni di fogna ogni volta che piove intensamente.

Questa città è classificata a rischio alluvione e presenta un consumo di suolo superiore al 51% (dati ISPRA), rendendola particolarmente impermeabile e fragile. L’invarianza idraulica, attraverso sistemi come l’infiltrazione diretta delle acque dai tetti o serbatoi di recupero, è la soluzione principale per contrastare non solo gli allagamenti ma anche i crescenti periodi di siccità. Questi ultimi causano un abbassamento della falda acquifera e il preoccupante avanzamento del cuneo salino, minacciando persino la sopravvivenza delle nuove piantagioni previste dal piano di forestazione comunale. La Regione Abruzzo stessa sta attenzionando il problema del cuneo salino a Pescara.

Il principio di invarianza idraulica non è una mia invenzione; è recepito da legislazioni comunitarie, nazionali e regionali. Regioni come Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Marche e Friuli lo applicano già con successo. Addirittura, questo principio è esplicitamente richiamato e abbracciato dal modello “città spugna” descritto nel Documento Unico di Programmazione (DUP) che la stessa maggioranza ha approvato a gennaio.

Nonostante ciò, la mia mozione che impegnava Sindaco e Giunta ad adottare gli strumenti necessari (delibere, modifiche ai regolamenti e NTA) per applicare questo principio in tutti gli interventi edilizi, nuovi o ristrutturazioni, e negli interventi pubblici, è stata bocciata.

Il motivo? Sarebbe “troppo tecnica” e il Consiglio Comunale dovrebbe occuparsi solo di indirizzo politico. Questo atteggiamento rivela non solo l’incoerenza e l’impreparazione dei consiglieri di maggioranza (con quale cognizione hanno votato il DUP, allora? se non capiscono il principio su cui si basa la “Città Spugna”?) ma anche un pericoloso immobilismo.

Ci troviamo in un vero e proprio cul de sac: la politica non si sente in grado di prendere decisioni che implicano aspetti tecnici, mentre gli uffici non si muovono senza un chiaro indirizzo politico. Un rimbalzo continuo che impedisce di affrontare i problemi in maniera sistemica e a lunga gittata.

Affermare che una mozione che affronta la gestione del rischio idraulico, la lotta alla siccità, la sostenibilità urbana e la tutela dell’ambiente e della salute pubblica sia “invotabile” perché “troppo tecnica” significa non voler comprendere le sfide attuali e future della città. Le conseguenze economiche dei danni causati dagli allagamenti sono enormi, eppure si preferisce agire con “cerotti” anziché con soluzioni strutturali.

Ho invitato la maggioranza a essere coerente con quanto già approvato nel DUP. Ho sottolineato che esperti del settore, come il direttore tecnico dell’ACA, riconoscono la necessità per Pescara di pensare all’invarianza idraulica, evidenziando come persino le recenti vasche di prima pioggia siano dimensionate su dati del 2017 e gestiscano solo i primi 4 mm di pioggia. Persino un’impresa, in occasione dei lavori in Piazza Alessandrini, ha scelto di non collegare i pluviali alla rete fognaria perché “non regge più il carico”.

Questo episodio dimostra una disattenzione e una mancanza di volontà politica nell’affrontare seriamente le problematiche che affliggono Pescara. Le decisioni importanti, quelle che implicano investimenti e pianificazione per il futuro, richiedono consapevolezza tecnica e scientifica. Se il Consiglio ammette di non averla, chi decide per questa città e con quale criterio?.

La mozione sull’invarianza idraulica non era “troppo tecnica”, era una proposta concreta e politica per applicare principi già riconosciuti e adottati, essenziale per la tutela del nostro territorio e il benessere dei cittadini. La sua bocciatura è un’occasione persa e l’ennesima conferma dell’immobilismo e della mancanza di visione di questa amministrazione.