NUOVO CONSERVATORIO PESCARA: È RECORD!

NUOVO CONSERVATORIO PESCARA: È RECORD!

Cinque anni dal finanziamento, 15 progettisti, zero progetto esecutivo: un vortice di professionisti, ma gli errori progettuali e le incertezze strutturali non si risolvono: costo raddoppiato a 15 milioni di euro.

Sono trascorsi ben cinque anni dall’assegnazione dei fondi per la ristrutturazione dell’ex Scuola L. Muzii di Pescara, destinata a divenire la prestigiosa sede del Conservatorio L. D’Annunzio. Il 10 settembre 2020 è la data in cui il D.M. n° 645 ha formalmente assegnato i primi 9 milioni di euro. Oggi, a distanza di un lustro, il progetto non è ancora giunto alla fase di gara, il costo complessivo è lievitato a 15 milioni di euro e, nonostante il susseguirsi di numerosi professionisti e un’impressionante lista di consulenti, le criticità progettuali persistono, alimentando serie preoccupazioni sull’efficienza e la trasparenza della gestione.

Il percorso progettuale è stato sin qui tortuoso e costellato di interventi successivi:

  1. 1° gennaio 2019: l’inizio con il raggruppamento temporaneo di professionisti. L’incarico di progettazione definitiva/esecutiva delle strutture e degli impianti, per un progetto da 9 milioni di euro, fu affidato ad un primo raggruppamento costituito da Antonelli – Conocchia -Aureli – Romano “;
  2. marzo 2021: le prime “Carenze Progettuali”. A meno di un anno e mezzo dall’ottenimento dei fondi, un servizio di “Verifica del progetto definitivo/esecutivo” affidato alla SOCIETA’ ITALIANA SERVIZI s.r.l. produsse un “Rapporto di verifica intermedio ” che evidenziò ben 6 osservazioni cruciali, determinando una chiara “carenza progettuale” e la non conformità del progetto ai requisiti normativi/contrattuali. Già a questo punto, era evidente che il lavoro iniziale presentava gravi lacune;
  3. Febbraio 2022: il nuovo dirigente e il team di supporto erxtralarge. A seguito delle problematiche, si rese necessario un cambio al vertice, con l’Arch. Fabrizio Trisi che assunse il ruolo di nuovo progettista.

Per supportarlo, nel febbraio 2022, arriva un nuovo gruppo per attività di supporto alla progettazione architettonica, impiantistica e coordinamento della sicurezza. Questo raggruppamento era composto da:

  • Marino La Torre (capogruppo)
  • ARCSEMA Ingegneria S.r.l.
  • Studio di Ingegneria Pignoli s.a.s.
  • Marcello Conocchia (già presente nel primo R.T.P.)
  • Berardino Mastrodonato
  • Assunta Fagnilli

A questo gruppo si aggiunse un dream team di ben cinque consulenti scientifici per attività specialistiche:

  • Arch. Maria Cristina Forlani (aspetti ambientali e del riuso)
  • Arch. Michele Lepore (aspetti bioclimatici)
  • Arch. Donatella Radogna (aspetti tecnologici del recupero)
  • Ing. Alberto Viskovic (aspetti strutturali e geotecnici)
  • Arch. Alberto Ulisse (aspetti architettonici e urbani)

Nonostante questo imponente dispiegamento di risorse professionali, le criticità non si sono affatto esaurite, anzi paiono aumentate.

  1. 2023: nuove emergenze strutturali e obblighi normativi. Con l’avvicendamento dell’Arch. Fabrizio Trisi, (arrestato poi per le note vicende), e la sua sostituzione con l’Ing. Mirco Mariani come progettista interno, si è giunti a un’ulteriore, sconcertante scoperta: la “necessità di ulteriori prove e rilievi, per l’adeguamento progettuale e per implementare il grado di sicurezza strutturale”.

A scorrere i nomi dei consulenti vien quasi da pensare che forse la fantomatica serra geodetica errante (dal Parco Nord all’Area di Risulta) sia atterrata pesantemente sul Conservatorio? Non è dato saperlo, ma la necessità di ulteriori calcoli strutturali, rivela che, nonostante anni di lavoro e molteplici progettisti, le basi della sicurezza strutturale non erano ancora garantite. Ma come sarà fatta questa struttura? Quanto peserà?

Passa il tempo, e cambiano i codici, e cosi il progetto ha dovuto subire una totale revisione a causa (si dice negli uffici) della riforma del Codice dei Contratti Pubblici (D. Lgs. n. 36/2023) per l’introduzione dell’obbligo di progettazione in modalità BIM (Building Information Modeling). Non disponendo l’Amministrazione delle necessarie dotazioni software e strumentali, è stato necessario affidare un ulteriore incarico specifico all’Ing. Antonello Pellegrini per espletare la progettazione esecutiva in BIM.

La situazione attuale vede così il progetto giungere a un costo complessivo di 15 milioni di euro, (grazie anche a ulteriori fondi regionali FSC 2021-2027) per il “II lotto”.

Oggi, settembre 2025, a cinque anni esatti dall’ottenimento del primo finanziamento, siamo ancora alla fase di “ultima revisione progettuale, propedeutiche all’attività di verifica e successiva validazione”, cioè ancora non esiste un progetto esecutivo.

Come è possibile che, a fronte di un investimento così significativo di tempo e denaro pubblico – con un costo praticamente raddoppiato – e con il coinvolgimento di un così elevato numero di ingegneri e architetti in successione temporale, il progetto abbia continuato a presentare “carenze progettuali”, abbia richiesto una “totale revisione” e, ancora oggi, necessiti di “ulteriori prove e rilievi” per la sicurezza strutturale?

La persistenza di queste problematiche solleva seri interrogativi sulla qualità del lavoro svolto e sulla capacità di una gestione efficace che, dopo più di un lustro, non è riuscita a produrre un progetto esecutivo stabile e validato per un’opera così importante.

E solo perché il Conservatorio mantiene una composta pazienza, il tutto sta avvenendo in silenzio.

Simona Barba – Consigliera AVS-Radici in Comune