SI CONTINUANO A COSTRUIRE CENTRI COMMERCIALI NELLE ANSE FLUVIALI: IL CASO DELL’ABRUZZO
Di Paolo Pileri (ordinario di Pianificazione territoriale e ambientale al Politecnico di Milano) pubblicato su Altreconomia, rubrica Ambiente, 27 marzo 2025
Divulghiamo l’articolo apparso ieri sulla rivista ALTRAECONOMIA nel quale l’Abruzzo diventa un caso, ma gli unici a non rendersene conto sono le amministrazioni dei Comuni coinvolti in quello che ha tutto l’aspetto di un disastro annunciato.
Un allarme che continua ad essere ignorato
Nei giorni scorsi, come Radici in Comune, abbiamo organizzato una conferenza stampa nella nostra sede di Piazza Unione a Pescara per denunciare la gravità della situazione e dell’allerta ambientale che rischiamo di aggravare con la realizzazione del secondo mega ipermercato costruito sull’ansa del fiume Pescara. Il professore Giovanni Damiani ha illustrato in modo accurato tutte le criticità di questa scelta, che potrebbe trasformarsi in un disastro annunciato.
Le anse fluviali non sono semplici spazi inutilizzati, ma ecosistemi fragili e fondamentali per l’equilibrio ambientale e la sicurezza idraulica. Costruire qui significa:
✅ Aumentare il rischio di alluvioni, cementificando aree che naturalmente assorbono l’acqua.
✅ Distruggere habitat naturali, compromettendo flora e fauna locali.
✅ Proseguire nel consumo di suolo, quando invece servirebbe una rigenerazione urbana sostenibile.
L’Abruzzo tra speculazione e rischio idrogeologico
Non si tratta di un caso isolato: in tutta Italia si continua a costruire in aree a rischio, ignorando le indicazioni della comunità scientifica e i segnali sempre più evidenti del cambiamento climatico. Eppure, il nostro territorio ha già pagato un prezzo altissimo a causa di alluvioni e dissesti idrogeologici.
Le amministrazioni locali devono assumersi la responsabilità di fermare questo modello di sviluppo insostenibile. Serve un cambio di rotta che metta al centro la tutela del territorio e il benessere delle comunità, non gli interessi speculativi. Anche perché poi i danni li paga la comunità.
Cosa possiamo fare?
🌱 Informare e sensibilizzare: la cittadinanza deve conoscere i rischi di queste scelte scellerate.
✊ Fare pressione sulle istituzioni: chiediamo trasparenza e decisioni basate su dati scientifici.
🛑 Dire NO al consumo di suolo: promuoviamo alternative sostenibili per lo sviluppo del territorio.
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